Si fa più cruento lo scontro scoppiato tra Unione Europea e Cina attorno alla scelta di Bruxelles di imporre una tassa sulle emissioni del traffico aereo. Dopo una schermaglia verbale, il primo gesto ostile di Pechino risale a poco più di un mese fa con il divieto alle compagnie aeree nazionali “di partecipare al sistema europeo Ets senza l’autorizzazione delle autorità governative".
Uno schiaffo in faccia che non ha scosso però le convinzioni Ue. Così, nei giorni scorsi, ecco il secondo affondo con la decisione cinese di bloccare gli acquisti di Airbus da parte delle sue compagnie aeree. "Airbus è colpita da misure di rappresaglia - ha affermato Louis Gallois, il presidente di EADS, il consorzio europeo che fabbrica l'aereo - il governo cinese rifiuta di approvare commesse di apparecchi da parte di compagnie cinesi".
Anche in questo caso l'Europa promette però di tenere duro. Dalla Danimarca, che detiene la presidenza di turno, il ministro del clima Margin Lidegaard fa sapere che fino a quando non ci sarà una soluzione globale per di tagliare le emissioni del trasporto aereo, "manterremo il nostro sistema Ets, su questo siamo uniti".